venerdì 19 dicembre 2014

Recensione "Ho lasciato entrare la tempesta" di Hannah Kent

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo di un libro che sin da quando è uscito mi ha attratto in una maniera particolare, scoprendo solo una volta iniziato che è stato ispirato da una storia realmente accaduta! Vi lascio alla recensione, sperando vi possa spingere alla lettura! ;)

Titolo: Ho lasciato entrare la tempesta
Autore: Hannah Kent
Traduttore: Velia Februari
Pagine: 350
Editore: Piemme 
Anno di pubblicazione: 2014
ISBN: 9788856633191
Prezzo di copertina: € 17,50

Trama: Strega, seduttrice, colpevole, assassina: Agnes Magnúsdóttir è accusata di molte cose. Perché nell'Islanda dell'Ottocento - immersa nella nebbia come in mille superstizioni - lei, con la sua bellezza, il suo animo ribelle, la sua intelligenza troppo vivace, è diversa da tutte. Diversa anche per l'uomo che si è scelta: Natan Ketilsson, un uomo più vicino ai diavoli dell'inferno che agli angeli del paradiso, come mormorano nel villaggio, capace di risuscitare i morti con pozioni a base di erbe conosciute solo da lui. E ora che Natan è morto, ucciso da diciotto coltellate, il villaggio decide che la colpevole dell'efferato omicidio non può che essere lei, Agnes.
La donna che lo amava. E mentre, ormai condannata, attende la morte per decapitazione, Agnes racconta la sua versione della storia alle uniche persone amiche che il destino le concede nei suoi ultimi giorni: la moglie del suo carceriere, e un giovane e inesperto confessore. E anche se la morte sarà la fine inevitabile, per Agnes la vita continua altrove: nei pensieri, nei sogni, nelle storie che ha letto, e nell'amore per Natan. Le cose che appartengono soltanto a lei, e che nessuno potrà toglierle.
Voto: 


Questo libro è ispirato da una storia vera, quella di Agnes Magnúsdóttir, ultima condannata a morte in Islanda nel 1830. Il libro racconta gli ultimi mesi di vita di Agnes e veniamo a conoscenza della sua storia attraverso i dialoghi che intrattiene con il reverendo Tóti.

3 maggio 1828
Undirfell, Vatnsdalur


La rea Agnes Magnúsdóttir ebbe i natali a Flaga nella parrocchia di Undirfell nell'anno 1795. Ricevé la sacra cresima nel 1809, anno in cui vien descritta come <<dotata d'un intelletto eccezionale et d'una profonda conoscenza et comprensione della fede cristiana>>.

Accusata dell'omicidio di Natan Keltisson e di Pétur Jónsson insieme a Fridrik Sigurdsson e Sigrídur Gudmundsdóttir, venne condannata alla decapitazione il 12 gennaio 1830. 

L'autrice giovanissima, Hannah Kent, classe 1985, ha deciso di scrivere un libro sulla storia di questa donna in seguito a un periodo di studi che ha fatto in Islanda, dove per la prima volta ha sentito la storia di Agnes Magnúsdóttir e se n'è innamorata. 
Il libro è frutto di anni di ricerche durante i quali l'autrice ha consultato atti ministeriali, registri parrocchiali, dati censuari e delle tante storie locali; ha fatto inoltre un lavoro eccellente di documentazione sul processo: il libro riporta molti documenti dell'epoca, fra cui quello che ho riportato sopra.
Luogo esatto dell'esecuzione.
Le atmosfere del libro, così come quelle della storia, sono particolari e inusuali, almeno per quanto mi riguarda, visto che è il primo libro che leggo ambientato nell'isola di ghiaccio, oltre ad essere tristi, anche se non sfiorano mai l'angoscia. Nonostante il tema difficile e delicato, l'autrice è riuscita a portare a compimento un bel risultato, considerando anche che è il suo primo romanzo. Le stelline sono relativamente basse perché avrei voluto un maggiore coinvolgimento nella storia, che sono riuscita a sentire soltanto verso la fine del libro in concomitanza dell'esecuzione di Agnes e della rivelazione della sua - presunta - vera storia. 


Che sia stata innocente o colpevole non è dato saperlo, anche se viene spontaneo pensare che all'epoca bastavano pochi elementi per fare di un innocente un carnefice, soprattutto se, come in questo caso, donna. Le parole strega e malvagia accostati a una donna sono presenti ancora oggi, figuriamoci a inizio '800.

In conclusione, vi consiglio il romanzo se avete voglia di leggere una storia ambientata in un posto così geograficamente lontano da noi, per conoscere anche abitudini diverse dalle nostre, ma soprattutto se avete voglia di leggere la storia di una donna che ha segnato la fine di un'epoca: quella della pena di morte in Islanda.

11 commenti:

  1. Questo libro mi incuriosisce e la tua recensione è davvero interessante :) però c'è qualcosa che non mi convince del tutto, penso che per ora non mi metterò alla sua ricerca, ma aspetterò magari di essere dell'umore adatto :)

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    1. Ciao Sianna! Sì, te lo consiglio di leggerlo nel momento adatto, altrimenti potrebbe risultarti un po' pesante, anche se è un libro scritto bene e si legge tranquillamente! ;)

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  2. Questo mi ispira non poco! Poi la copertina è meravigliosa *_*

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  3. Interessante, non solo come raccontato in breve, anche la copertina, come spesso si dice, ha la sua importanza. Complimenti per il blog, ti linko il mio se ti va di dare un'occhiata, io ti seguo adesso, spero vorrai farlo anche tu.
    https://www.facebook.com/notes/i-nostri-ebook-parliamone/chiacchierata-on-line-con-elena-russiello-e-aurora-ballarin-del-19-dicembre-2014/753243111397574

    Tiziana

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    1. ops, era questo il link lì trovi un evento da me organizzato puoi dare un'occhiata e dirmi che ne pensi.
      http://voltapaginatizianacazziero.blogspot.it/

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    2. Ciao Tiziana! Grazie per essere passata, ho appena dato un'occhiata al tuo blog e ti seguo con piacere! :)

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  4. Ce l'ho! Spero di poterlo leggere durante queste festività *-*

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  5. Bella recensione Ilaria, però non so se lo leggerò, non sono molto convinta u.u Cover e titolo mi aveva attirato da subito invece...

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    1. Grazie, Rosa! :) Diciamo che è un libro per il quale bisogna avere un minimo di preparazione alla lettura, più per l'impatto della storia che per come è scritto... La cover, concordo, è veramente bella!

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